Il tema della privacy è stato centrale in tutti i mesi della pandemia: basti pensare alle regole da seguire per il tracciamento, che dovevano essere rispettose delle persone, o all’attenzione a non diffondere i dati sanitari delle persone. Ora, con l’avanzare della campagna vaccinale, si giunge a una nuova sfida: tutelare ancora una volta le informazioni sensibili, mettere in guardia i cittadini dai rischi che si corrono adottando comportamenti scorretti e, in particolare, dal pericolo legato alla pubblicazione online e sui social network del Qr code del proprio Green Pass.
È lo stesso Garante della Privacy a dare l’allarme: postare il Qr code del Green Pass sui social è pericoloso. La messa in guardia è stata necessaria poiché le persone, ricevendo il tanto atteso simbolo del “via” per un’estate un po’ più libera dal punto di vista di attività e spostamenti, tendevano a condividere la notizia con i propri contatti social, postando trionfalmente la foto.
La stessa cosa era accaduta con i vaccini: in tanti hanno condiviso lo scatto del momento della tanto attesa “puntura”. In realtà, postare il Qr code del Green Pass è molto più rischioso: dietro a quei quadratini bianchi e neri apparentemente disposti senza una logica e impossibili da decifrare senza un apposito strumento di lettura, si celano un numero elevato di informazioni sensibili e dati personali. Apparentemente “invisibili”, sono in realtà leggibili in modo semplice da chiunque sappia come procedere e dai possibili “malintenzionati”.
Quel Qr code include dati anagrafici, dati relativi alla vaccinazione, eventuale storico di tamponi fatti e relativo risultato, se abbiamo contratto il Covid. Tutte informazioni che, se finissero nelle mani sbagliate, potrebbero essere usate per profilazione commerciale, per discriminazione o addirittura per furto di identità o creazione di falsi Green Pass.
Quindi, soprattutto in vista del periodo estivo durante il quale si tende a “condividere” ancora più spesso i momenti felici, massima attenzione a ciò che si posta!
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